lunedì 13 luglio 2015

lotta

Ogni volta che il quotidiano diventa un macigno (e ultimamente succede spesso...), ogni volta che torno a casa e l'ultima cosa che vorrei fare è mettermi a fare fisioterapie o pedalate, ogni volta che il confronto con gli altri porta i livelli di autostima ai livelli di un lago sotterraneo, ripenso alle parole che mi disse una bella ragazza in una conversazione uazzap:

"Lotta, continua a lottare"

banale vero? scontato? neanche per il cazzo (scusate l'ennesima incursione nel francese dotto).

il verbo "lottare" presuppone che la situazione che si sta affrontando è complicata. è dura. provoca sofferenza. per cui è necessario porsi di pette, lottare appunto. e dimostra che ci te l'ha detto, non al 100% magari (e d'altra parte mi sembra anche ovvio), ma è riuscita a stabilire un legame empatico e in qualche maniera comprende la situazione. non un banale "fatti conoscere per quello che sei, puoi dare ancora tanto ecc. ecc." che presuppone una tua mancanza di volontà come scoglio ultimo per trovarsi immersi in un mare di amore e accettazione senza limiti. no, questa persona ha capito che per quanto impegno ci metterai, per quanto puoi essere considerato una brava persona, devi lottare, perchè quello che sei non è abbastanza, non è sufficiente. O per meglio dire: sì, per lei basti, ma lei che è intelligente e si guarda intorno, vede e comprende quanto sia duro relazionarsi agli altri.

così, quando il mondo non gira penso a queste parole. e un po' di spinta la riprendi. poi rimane da stabilire quanto un uomo riuscirà a lottare e resistere senza vedere cambiamenti. quanta pazienza sarà necessaria?

questa è un'altra storia.

lunedì 25 maggio 2015

c'era una volta...

...un principe azzurro.
ed essendo principe non aveva ancora avuto modo di mettere sottosopra il suo reame. quindi, prima di creare scompiglio, si dedicava all'attività che considerava preminente: la gnocca.
d'altra parte un pricipe come si deve, deve avere una compagna. la metà della mela, per usare una figura piuttosto in voga tra i lettori di harmony.
ecco, io voglio la mia metà della mela, pensò.
però, cercò anche di essere intellettualmente onesto: un principe disabile...chi mai vorrà averlo come compagno? certo, c'è il titolo nobiliare di mezzo, però... a lui non interessava solo far fruttare il diritto di discendenza, a lui interessava davvero avere una compagna per condividere la sua esistenza, le sue esperienze, i piaceri. e infine, sì, lui voleva anche essere un punto di riferimento per la sua compagna, una spalla affidabile. anche nei momenti difficili.
iniziava però a fare i conti con la dura realtà. si convinse che probabilmente nessuna avrebbe accettato le sue menomazioni. certo, era anche un bel principe tutto sommato: ma un principe che arriva a dorso di cavallo è di sicuro più appariscente di uno che arriva sorreggendosi con una stampella.
ma anche questo principe poteva contare sui consigli della fatina rompicoglioni.
era seduto sulla tazza del cesso la prima volta che la fatina rompicoglioni gli apparve portandosi dietro la sua scia di stelline.
fatina, sto defecando, checcazzo.
quale miglior momento di questo per riflettere? rispose la rompicoglioni.
so che sei crucciato. so che non ti ritieni all'altezza. ma stai facendo un errore madornale. ti stai concentrando su tutto quello che non puoi più fare e stai perdendo di vista le tue numerose capacità residue. mettiti in mostra sfoggiando i tuoi talenti. cura il tuo giardino se vuoi che le api lo affollino.
è vero, disse il principe alla rompicoglioni. è questo quello che devo fare. cosa mi manca dopotutto? ho un bel cervello, e una principessa intelligente saprà guardare oltre le apparenze!
così iniziò la personale crociata del principe per la conquista della sua personale Gerusalemme, quell'agognato angolo di cielo frammisto ad un triangolo di pelo. il principe lottò contro tutto e contro tutti, e non mancarono i momenti di scoramento. ma, pensò, vedrai quando alla fine riuscirò nel mio intento. la gioia sarà anche maggiore.
nel frattempo i principi dei feudi adiacenti si accoppiarono tutti. anche i più brutti. anche quelli più stupidi. ma io non demordo, si disse, guardali, saranno poi davvero così felici?
e alla fine, la tenacia lo premiò.
eccola, la metà della sua mela.
bella, intelligente. la ricerca sembrava conclusa.
anche lei sapeva che aveva di fronte la sua personale metà. quell'unica compatibile nell'intero reame. eppure qualcosa non la convinceva. perchè proprio a me questa metà col verme?
lui, si accorse subito dell'incertezza che le velava il bel volto.
e non si fermò neanche di fronte a questa nuova difficoltà.
lo so che sei dubbiosa e titubante. però, che tu ci creda o no, io sono la tua metà e tu la mia. siamo fatti per riunirci. non guardare quello che non potremo fare, ma concentrati su tutto quello che ancora io posso fare per te (grazie fatina rompicoglioni, come vedi non dimentico le tue parole). io posso renderti comunque felice, perchè quando c'è l'amore le difficoltà si superano. e noi possiamo farcela insieme.
la principessa, colpita da queste parole, si mise seriamente a riflettere sulle parole pronunciate dalla metà che il destino le aveva assegnato.
due settimane dopo si fidanzò con un principe basso e con una incipiente pancetta da alcolista. non bellissimo in effetti, ma poteva pure portarla a ballare i latinamericani in quel bel locale pieno di principesse milf.