martedì 12 novembre 2013

ti vedo e penso, cap. I

una delle capacità aggiuntive che acquisisci nel momento in cui ne perdi una vitale, è quella di leggere l'espressione facciale di chi ti sta di fronte quando ti incontra per la prima volta. e ne leggi delle belle.

a volte leggi un imbarazzo estremo, qualcosa del tipo: "Oddìo, un mezzo disabile. e ora cosa gli dico a questo? devo cercare di non fissarlo altrimenti poi chissà cosa pensa..."

alle volte leggi l'indifferenza fatta persona, e mai come in questo caso la cosa provoca gioia e l'approccio al dialogo più semplice del mondo.

a volte, brutto dirlo, ma leggi anche lo schifo, il volto di chi ti squadra dall'alto in basso e ti guarda con una espressione giudicante, che sembra voler imputare la tua condizione ad una colpa non ben precisata.

abitando in un piccolo paese, mi è capitato anche di incontrare il tizio che palesemente dovrebbe vedere revocato il suo diritto alla parola. me ne ricordo uno nella sala d'aspetto dell'ospedale, in fila per andare dal medico di famiglia. posto che magari non a tutti regala lo slancio per raccontare le patologie che li affanna. e il sentirsi incalzare insistentemente con: "Ma tu se il figlio di..., sei quello un po' ZOPPETTO", obbliga a chiederti con che criteri Vostro Signore distribuisca la parola. un genio, davvero. non me l'avesse detto lui che sono claudicante, mica lo so se me ne sarei potuto accorgere da solo...

di recente mi è capitato anche di scambiare alcune parole con un musicista, un girovago, che di tanto in tanto passa per un caffè al bar. "E' un po' che ti vedo con la stampella". all'inizio, come sempre, non snocciolo certo la cartella clinica, poi se una persona insiste garbatamente, spiego un po' la situazione. al che si scusa per l'invadenza (ma figurati), poi, mi fa un "in bocca al lupo" per le fisioterapie che sostengo. una gentilezza per nulla scontata. una gentilezza che da quando lavoro di palestra (un anno e mezzo ormai) solo due persone, per altro praticamente sconosciute, hanno avuto.

poi ci sono le signore un po' anziane che antepongono una preghiera a tutto. io direi loro di risparmiare tempo, ma a modo loro sono gentili. un po' meno quando escono con esternazioni del tipo: "vabbè, ma forse una che ti vuole bene la trovi lo stesso..." (grazie, mi sento sollevato).

e in effetti poi c'è il rapporto col gentil sesso. e se dimostri un certo interesse all'improvviso la donna di fronte a te diventa cintura nera di cazzate e ne spara che neanche Silvio i giorni belli, trattandoti come l'ultimo dei ritardati. ne parlerò a parte.

c'è la persona che non vedi da parecchio tempo. in questo caso però sono io un po' in difficoltà. hai lasciato una persona che stavi giocando a pallavolo e ti ritrova che hai l'andatura di una tartaruga obesa. l'invariabile espressione di sorpresa misto tristezza che si dipinge sul volto di chi ti sta davanti, mi sembra la cosa più logica.

in realtà di queste situazioni ce ne sono parecchie altre, ma se me sparo tutte adesso poi che scrivo?

Nessun commento:

Posta un commento