mercoledì 29 gennaio 2014

colpi

le relazioni con le altre persone, si diceva. è ovvio che non vado in giro con la cartella clinica nel caso qualcuno volesse approfondire la mia condizione, ed è altrettanto ovvio che di tanto in tanto mi piacerebbe lasciarmi dietro una questione che occupa gran parte della mia vita e parlare di frivolezze quotidiane. a volte il calciomercato assume un effetto benefico inimmaginabile (senza esagerare però...). però è altrettanto ovvio che tutto quello che è diverso attira gli sguardi, la curiosità, e quindi qualcuno che ti interpella in merito lo trovi sempre. se una persona te lo chiede garbatamente, non c'è motivo per non rispondere o nascondersi. soprattutto se, dopo le insistenze di questa persona, dopo avergli descritto il lavoro di fisioterapia quasi quotidiana alla quale ti sottoponi, questa se ne esce con un "in bocca al lupo per il lavoro che fai", che sebbene appaia qui come un incoraggiamento semplice e scontato, assume nella realtà la forza e la bellezza del quinto canto della Divina Commedia (con tutta la cattiveria che circola, con tutto il veleno che la gente sputa, una parola buona è davvero il contropeso sulla bilancia dei sentimenti). poi c'è la gente che al mondo proprio non ci sa stare. quelle persone che ti si parano davanti e ti ridono in faccia uscendo con le frasi più impensate:

"Oh, che hai fatto, t'ha inculato un trans?"
"Oh, mezzo sderenato (dialetto marchigiano, parola che assume diversi significati a seconda del contesto), prendile più piccole la sera"
"Oh, me sembri un dinosauro" (questa non l'ho capita neanche io, ma quello che l'ha sparata non è proprio uno statista)

e non continuo oltre che meno ci penso meglio è. poi però ci sono quelli che si pongono nel mezzo, cioè quelli che non vorrebbero essere scortesi, ma ai quali non sei in grado di rispondere senza farti una mezza risata. quella più frequente è: "che hai fatto, hai "sbattuto"?". che saresti tu a voler domandare: "ma battuto cosa? dove? e come pensi che lo spigolo di un comodino possa farmi questo? o magari uno scontro di gioco? di guerra? una acrobazia sessuale? qual è il tuo immaginario?". oppure, come mi è successo un paio di sabati fa, incontri un tizio che più o meno di vista conosci ma col quale non hai avuto mai la minima interazione. questo, per il solo fatto di trovarti all'ingresso di un locale ti accenna ad un saluto, e io non avevo neanche capito bene se si stesse rivolgendo a me, tanto che mi sono voltato per vedere se c'era qualcuno dietro di me. poi visto che non c'era nessuno ho dato una mezza risposta. non contento ha continuato: "oh, è che è successo (tono enfatico), hai preso un colpo?". "beh, i colpi che vorrei dare io (inteso come "colpi alle signorine") non lasciano certi segni, ma sì, ho preso un colpo". poi ad ognuno la sua interpretazione.

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